Babbo natale e il Treno Volante dei Desideri 39 cm

Walter non riusciva assolutamente a credere ai suoi occhi. Si era affacciato quasi distrattamente, quella mattina, in attesa del fischio della macchinetta del caffè mentre cercava di riscaldarsi le mani gelate. E, invece, il fischio non lo aveva proprio sentito: oltre la tenda della cucina era tutto bianco e lui non riusciva a credere ai suoi occhi. Durante la notte la neve era caduta copiosa e dell’asfalto della strada non si vedeva che qualche piccola macchia. Tornò bruscamente alla realtà per il fischio acuto della caffettiera, quando ormai tutto il caffè si era versato. “Walter!”, gridò la mamma arrabbiata, ma il ragazzo era già corso via.

In cameretta il piccolo Johnny stava giocando con un trenino rosso a due vagoni carico di regali che fumava stelle dalla ciminiera e alla cui guida, naturalmente c’era Babbo Natale. “Lo so, adesso lo poso…”, disse sentendo la porta che si apriva, perché sapeva di non dover giocare di nascosto con le decorazioni, ma poi riconobbe il fratello, si tranquillizzò e continuò il suo viaggio tra la neve del Polo Nord. “Non puoi immaginare cosa c’è fuori!”. Il bambino abituato alle esagerazioni del fratello, non gli badò. “Va bene, allora prendo lo slittino e vado sulla neve da solo”, e quelle due parole, ‘slittino’ e ‘neve’ bastarono perché Johnny, con il trenino tra le braccia, si lanciasse all’inseguimento del fratello. 

Aprirono la porta stendendo lo sguardo sul velo sottile, bianco e freddo che ricopriva la strada. Ai due fratelli ricordava quell’unica nevicata alla quale avevano assistito, un Natale che sembrava ormai lontano, e che consideravano il più bel Natale della loro vita, soprattutto perché il nonno aveva costruito loro un piccolo slittino con cui lanciarsi giù per la distesa innevata. 
Con le sciarpe intorno al collo a coprire quasi per intero gli occhi non si accorsero della soglia ghiacciata, se non quando si ritrovarono seduti a terra. Tutto accadde molto in fretta. A Johnny sfuggì di mano il trenino, che si lanciò lungo il vialetto, e contemporaneamente era partito anche lo slittino di Walter con il ragazzo seduto sopra in pessimo equilibrio. “Forza Babbo Natale!”, gridò il bambino, assistendo a quella improbabile gara. La discesa durò poco e si concluse con il trenino che andò a fermarsi accanto ad un cumuletto di neve, mentre Walter si ribaltava gambe all’aria. “È il secondo Natale più bello della mia vita”, gridò il bambino lasciandosi scivolare anche lui sulla neve verso il trenino. 

Santa Claus ama viaggiare e vedere dall’alto i suoi piccoli o grandi amici che si incontrano, si emozionano e condividono ogni istante di felicità. Il suo itinerario preferito si snoda tra le stelle, che gli sussurrano i desideri, e può essere percorso solo con un mezzo speciale, il Treno Volante dei Desideri.

L’ampia cabina della locomotiva accoglie Santa Claus che si affaccia al finestrino, con la lunga barba di ciocche che sfuggono al vento e saluta a braccia aperte. Il suo viso è arrossato, chissà se più dal vento o dall’emozione, mentre il pompon del suo cappello si piega di lato, verso ovest, la direzione in cui il treno marcia. La seconda carrozza è già piena di doni, un grande pacco blu, un dono più piccino giallo e un alto pacco bordeaux, tutti con fiocchi colorati e caricati insieme a bastoncini di zucchero e un abete con una stella per puntale.
Il Treno Volante dei Desideri che marcia grazie ad un carburante decisamente speciale, le stelle. Le più piccine saettano fuori dalla ciminiera d’argento della locomotiva, le più grandi addirittura si sono posate sulle ruote per indicare meglio la direzione. Altre stelline spuntano qua e là tra i doni e si accendono di una luce calda, carica di desideri, e sono quei piccoli bagliori che vediamo quando il treno di Santa vola sopra le nostre teste. È quasi arrivato a destinazione: è tempo di far festa.