Babbo Natale e la Danza della Stella Dorata 62 cm

La piccola Gaia aprì il suo regalo con mani tremanti e occhioni lucidi. Dalla forma del pacchetto che stava scartando aveva capito subito di cosa si trattasse e non riusciva a crederci. “Era proprio quello che volevo! Era proprio quello che avevo chiesto nella mia letterina!”, esclamò abbracciando stretta al petto la confezione di acquerelli colorati con i pennelli e l’album di fogli bianchissimi. “Grazie Babbo Natale!”, quasi gridò poi, puntando gli occhi sul Babbo Natale in abito dorato e folta barba bianca che ricambiava il suo sorriso sotto l’albero. Stava anche per intingere il pennello nella polvere color oro quando la mamma la fermò: “Tesoro, è pronta la cena. Non vorrai perderti le tartine che ti piacciono tanto?”. Gaia lanciò guardò a malincuore il tavolo, dove era appena arrivato un vassoio pieno di cerchietti di pancarré a forma di viso di pupazzo di neve, e posò il pennello. 

Più volte provò a scivolare sotto il tavolo per tornare ai suoi acquerelli, però subito dopo le tartine arrivò il brodo, poi la zia le chiese cosa volesse fare da grande, poi fu il momento della poesia imparata a scuola. Approfittando di un momento di distrazione generale Gaia provò a scivolare di nuovo sotto il tavolo, accorgendosi troppo tardi che il nonno la stava osservando, ma lui le sorrise dolcemente e fece un cenno con la testa in direzione degli acquerelli rimasti sul pavimento accanto a Babbo Natale. La bambina gli mandò un bacio con la mano e tornò al suo gioco stendendosi a pancia in giù a lato dell’albero, dove gli unici a poterla vedere erano proprio Babbo Natale e il nonno.

Con il pennello intriso di polvere dorata iniziò a tratteggiare goffamente il profilo di una lunga giacca che pendeva morbidamente su un paio di pantaloni e con il bianco aggiunse una fitta barba e un paio di baffi. Era così concentrata sul suo lavoro che non si accorse di essere stata scoperta e non sentì la mamma avvicinarsi finché un’ombra si chinò sul foglio. “Sei davvero una piccola artista!”, si complimentò e lei tutta orgogliosa cominciò a dire: “Hai visto? Ho disegnato…”. “Il nonno”, concluse la mamma. Gaia posò gli occhi sul nonno e solo in quel momento si accorse che anche lui effettivamente aveva la barba canuta e indossava una giacca dorata e, vedendolo così contento, ebbe timore di offenderlo dicendogli che il disegno non era per lui. Il nonno, che aveva già capito, chinò la testa in direzione di Babbo Natale. Gaia sorrise e gli mandò un altro bacio con la mano. 

 Santa Claus ama il rosso, i dolcetti e i rami di agrifoglio dalle bacche lucide anche se, quando le stelle splendono alte nel cielo e tingono d’oro ogni cosa, anche lui indossa un completo intessuto di scintillanti code di cometa. Sul maglioncino brillante decorato da un intreccio a rete di fili bianchi porta il pesante giaccone con ricami floreali abbaglianti e il suo bordo soffice di pellicciotto bianco ricade a campana sui pantaloni satinati pieni di sfumature cangianti che calzano morbidi sugli stivali di bronzo. Sul viso ha ben calcato il soffice cappello imbottito d’ovatta, anch’esso pieno di scintillii e con una campanella per pompon che suona richiamando le stelle.

Ha il volto ben caldo tra il pellicciotto folto del cappello e la pennellata di neve fresca della barba, liscia e ordinata in soffici ciocchette che scendono sul petto. Gli occhi cerulei sorridono oltre gli occhialetti dalla montatura dorata, dolcemente posati sulle guanciotte paffute e un po’ arrossate, a cavallo del naso a punta. Sta per cominciare un lungo viaggio, tra le stelle dorate: viene a portarci un istante di felicità racchiusa nel sacco d’oro come il suo cuore dal quale spuntano dei rametti appuntiti d’abete, bacche rosse di agrifoglio e dorate di vischio e pigne.