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‘Arriverò domani con il treno delle 16. Aspettatemi’. Michele non tornava a casa da mesi e sperava tanto che la sua famiglia si riunisse per accoglierlo. L’ultima fermata si avvicinava rapidamente e lui, con il viso incollato al finestrino a scrutare tetti colorati, strade e alberi in lontananza, allungava lo sguardo sperando di incontrare i paesaggi a lui familiari. Estrasse una foto dal portafoglio. Avrà avuto più o meno tre anni quando il nonno l’aveva scattata, la sera della Vigilia, davanti all’albero addobbato e pieno di lucine colorate. Lui era piccino e, seduto a terra, sembrava alto quanto il Babbo Natale in abito rosso con il sacco dei doni in spalla e una campanella per pompon sul cappello. I cugini più grandi non avevano fatto altro che prenderlo in giro perché, con la vestaglia rossa e un berretto con un campanellino, dicevano che somigliasse proprio Babbo Natale. Ma a lui non importava e, anzi, ogni tanto lo abbracciava, poi il nonno stringeva lui, dando vita a quello che Michele chiamava ‘l’abbraccio di gruppo’.
Alla stazione non c’era nessuno ad aspettarlo. Michele non riuscì a nascondere un’espressione di delusione e, improvvisamente colto da un brivido di freddo si calò il cappello fin sul naso. “C’è un brutto vento, mi aspetteranno direttamente a casa”, si disse, ma il pizzico di delusione rimase. E per di più, una volta arrivato a pochi metri da casa, notò che le tende erano chiuse e la casa sembrava silenziosa. Michele sospirò. Non riusciva a tornare a casa molto spesso, ma a Natale non mancava mai e per questo aspettava le feste con lo stesso entusiasmo di quel bambino con la vestaglia rossa che abbracciava affettuosamente Babbo Natale.
Ruotò la chiave nella toppa e posò la valigia sulla soglia. Nel cono di luce disegnato dalla porta che si apriva il ragazzo notò qualcosa in piedi di fronte a lui. Il Babbo Natale della sua infanzia! Lo sollevò delicatamente, portandolo davanti al viso, e non ebbe il tempo di stringerlo che sentì gridare: “Abbraccio di gruppo!” e, dalle spalle dell’albero, spuntò la famiglia riunita al completo.
Babbo Natale con in spalla un sacco pieno di abbracci e sorprese
Non sappiamo mai quali sorprese Santa Claus metta nel suo sacco insieme agli altri regali. Lui che conosce il segreto della felicità, non può fare a meno di condividerla con chi lo aspetta. E allora ecco che, dal suo sacco di velluto verde, tra rami appuntiti di abete, bacche rosse di agrifoglio e bacche dorate di vischio, pigne e bastoncini di zucchero, spuntano sempre abbracci, sorrisi e parole affettuose.
Quando è il momento di compiere la sua missione, Santa indossa sempre l’amato abito rosso di velluto con la calda giubba adorna dei bordi di sofficissimi pellicciotto, sempre un po’ tesa sulla pancia voluminosa e stretta sotto la cintura nera con la fibbia dorata. I pantaloni calzano a pennello e scendono morbidi fino agli stivali neri mentre, sulla testa, indossa una nuvola di velluto rosso per cappello con una campanella che suona allegra.
Santa Claus sorride tra la barba bianca
La campanella tintinnante ci annuncia che Santa sta arrivando. Ed eccolo lì con il sorriso allegro che spunta tra le ciocche innevate della sua barba, un’onda canuta che si riversa dolcemente sul petto. Il sorriso gli illumina gli occhi cerulei cerchiati dalle lenti d’oro e gli fa gonfiare le guance paffute e rosate tra cui spunta il naso all’insù. In una mano ha il laccetto dorato che chiude il sacco dei regali, pronto ad aprirlo. È una fortuna che sia arrivato.
Materiale | Stoffa |
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Colore | Rosso |
Tocco dell'Elfo Mastro | Barba e capelli in tessuto |
Larghezza | 20 cm |
Profondità | 20 cm |
Altezza | 52 cm |