Elfo giovane Kassy gioiosa pattinatrice 43 cm

“Ciao Nadine. Il mio nome è Kassy e, d’ora in avanti, sarò la tua elfetta del cuore. A me puoi dire quello che desideri e io lo farò sapere a Babbo Natale, però dovrai essere buona. Anzi, dovremo essere buone”. Nadine lesse tutto d’un fiato quel messaggio che aveva trovato arrotolato nella tasca della salopette di Kassy, una dolce elfa con gli stivaloni a punta, il vestito rosso e verde pieno di paillettes e lustrini e due occhioni azzurri. La bambina rise vedendo le enormi orecchie tonde dell’elfa e gliele pizzicò, ma poi si ricordò della frase “Dovrai essere buona” e si scusò immediatamente abbracciandola. 

Le giornate con Kassy non erano mai noiose. Un pomeriggio, al ritorno da scuola, l’aveva trovata sul divano accanto ad un cestello di popcorn mentre guardava la televisione a tutto volume mentre una sera, andando in bagno a lavare i denti, si era ritrovata a fissare sul lavabo un rotolo di carta igienica con gli occhietti neri e un nasino arancione come se fosse un pupazzo di neve. “Mamma, Kassy ha fatto…”, cominciava a dire, ma pensava ‘dovrai essere buona, anzi dovremo’, e cercava di nascondere le marachelle dell’elfa. “Sei proprio dispettosa”, le sussurrava. Anche quella mattina l’elfetta, come al solito, non era al suo posto sotto l’albero. Nadine lanciò una rapida occhiata in giro, ma non la vide, così trotterellò in cucina per fare colazione e improvvisamente scoprì che tutte le mele nel cestino al centro del tavolo avevano due piccoli occhietti adesivi e la stavano fissando contemporaneamente. Poi sentì un paio di delicati colpetti di tosse. “Nadine”, la chiamò la mamma, “Kassy ha il raffreddore”, e la bambina la trovò sul divano quasi completamente nascosta sotto la sua copertina con il viso di Rudolph. “Oh no!”, esclamò, “Dobbiamo curarla! Qui ci vuole una tazza di cioccolata calda”.

Nadine, naturalmente, le aveva già confessato cosa desiderava tanto, ma proprio tanto, per Natale. E glielo ricordava spesso la sera, mentre leggeva per lei una storia. Nella letterina a Babbo Natale, però, aveva aggiunto anche un altro paio di righe, con un nuovo desiderio che non le aveva ancora confessato. Finché i giorni passarono e, la mattina del 24 dicembre, la bambina trovò l’elfa al suo posto sotto l’albero. Ancora una volta con un biglietto nel taschino. “Cara Nadine, sono Babbo Natale. Sono fiero dell’allegria e della bontà con cui hai vissuto questi giorni. Esaudirò il desiderio che hai confidato a Kassy e, naturalmente, anche il tuo secondo desiderio, quello che conosco solo io. La tua elfetta del cuore potrà restare sempre con te”.

Kassy sa cosa è davvero importante nel cuore di un amico di Santa Claus. Un abbraccio tenero sotto il vischio, un sorriso gentile, una sorpresa inattesa, un biscottino profumato in una tazza di cioccolata calda che riflette le lucine colorate e danzerine. È esattamente ciò di cui Kassy non può fare a meno.

C’è una grande tenerezza nei suoi occhi, cerulei proprio come quelli di Santa Claus, e un’allegria contagiosa che si trasmette con il bel sorriso acceso tra le guanciotte paffute e rosate. Ha un’aria buffa con quel nasino appuntito e le grandi orecchie da aiutante di Babbo Natale tra le quali il ciuffo bruno di capelli quasi scompare. Le piacciono molto i colori delle feste e infatti li indossa con un maglioncino a strisce bianche e verdi e la salopette rossa con il merletto che le fascia i fianchi morbidi e rotondetti. Sui suoi abiti porta lustrini e paillettes, così da brillare nella notte di Natale quando le luci si spengono, e ai piedi calza degli stivaletti rossi e vellutati con il pompon verde. È un po’ freddolosa, infatti copre le mani morbide con il pellicciotto riccioluto e sulla testa ha ben calato un cappellino di stoffe colorate intrecciate di paillettes con il pompon e un rametto di agrifoglio, la sua pianta portafortuna preferita. 

A Natale Kassy sa come divertirsi. Ed ora lo insegnerà anche a noi.