Renna angelica Janice 40 cm

Non appena arrivava a casa della nonna, per prima cosa, il piccolo Luigi si toglieva le scarpe e, subito dopo, si lanciava ad abbracciare una dolce renna tutta bianca e riccioluta con le corna appuntite ricoperte di cristallini trasparenti. “È morbidissima!”, diceva strofinando la guancia contro il suo musetto. “Sono contenta che ti piaccia”, rispondeva la nonna, “Anche a me piacciono molto le renne. Una volta le ho anche incontrate”. 

E, poiché la vecchietta amava raccontare storie al suo nipotino, lo faceva sedere sulle sue ginocchia. “Quando ero piccola accompagnavo sempre il mio papà a raccogliere la legna nel bosco. Era l’unico modo per riscaldarci perché gli inverni erano molto freddi e io non avevo le coperte imbottite che ti piacciono tanto, ma solo uno scialle che mi aveva cucito la nonna. La mattina della Vigilia però mi allontanai dal sentiero e all’improvviso finii in una radura, senza sapere più come tornare indietro. Non puoi immaginare la mia sorpresa quando, a breve distanza, vidi una splendida renna con due grandi corna e il mantello coperto da un leggero strato di neve. Anche lei mi guardò sorpresa e subito si avvicinò. All’inizio io ero un po’ spaventata, ma poi la accarezzai. Sapessi quanto era morbido e caldo il suo manto! Mi tuffò il muso in una tasca e mangiò i biscotti che avevo messo lì per colazione, così quella sera mi venne l’idea di lasciare un altro paio di biscotti sulla soglia della porta. E sai cosa accadde?”. “Cosa? Cosa?”, chiese il bambino agitandosi sulle gambe della nonna. “Ad un tratto dalla finestra vidi l’ombra delle corna della renna… e i biscotti non c’erano più!”. “Oh!”, aveva esclamato allora il bambino con gli occhi sognanti, “Quanto vorrei incontrarla anche io…”.

Il piccolo Luigi fu svegliato da uno strano rumore. Assonnato, stropicciandosi gli occhi, scese dal letto per raggiungere il salone, dove le tende tirate lasciavano entrare un po’ del chiarore dei lampioni dalla strada e, in uno dei coni di luce, vide il profilo della renna riccioluta della nonna. “Tesoro perché sei in piedi?”. Il bimbo aveva gli occhioni sgranati. I biscotti che aveva lasciato nel piattino ai piedi dell’abete, a pochi passi dalla renna, erano svaniti.

 Nel silenzio carico di attesa della notte di Natale ci aspetta Janis, una cucciola di renna nata alla prima nevicata della stagione di festa. È una renna di neve, una soffice e candida nuvola dal pelo di fiocchetti arricciati, che della neve ha tutto tranne il freddo perché il suo manto è caldo e carezzevole. Ha zampette robuste dagli zoccoli spessi e un collo sinuoso, fasciato da una sciarpa sofficissima di pellicciotto, su cui spunta il musetto affusolato dove, nell’intreccio dei riccioli, si distinguono appena gli occhietti neri dall’espressione tenera e il naso luminoso. Tra le orecchie ben dritte spuntano due rami di corna nodose un po’ appuntite, anch’esse tutte bianche e coperte dai cristallini della brina mattutina che scintilla al sole e destinata a non sciogliersi. Janis ha un cuore scoppiante di fiammelle del camino, non vede l’ora di alzare gli occhi al cielo notturno in cerca di una slitta in volo.