Schiaccianoci Condottiero della Spedizione Spaziale 33 cm

Ezio aveva cercato ovunque, nei suoi cassetti, negli armadi, in soffitta tra gli scatoloni delle vecchie decorazioni, ma niente. Lo Schiaccianoci con la divisa blu, il cappello nero e una spada d’argento nel pugno della mano sinistra sembrava sparito. “Cosa dico agli altri?”, si chiese. Una volta cresciuti, mamma Francesca aveva donato ai quattro figli i suoi quattro soldatini natalizi colorati. Erano le sue decorazioni preferite, che teneva all’ingresso perché sosteneva che fossero i protettori della casa. Ma, quando lei non c’era, i quattro fratellini prendevano ciascuno il loro soldatino preferito e giocavano insieme. Avevano età e interessi diversi ma quel gioco, nei pomeriggi piovosi delle giornate di festa, li univa più di ogni altra cosa e così era stato per anni. L’idea di incontrarsi per Natale e riportare gli Schiaccianoci alla madre era stata di Davide, il fratello maggiore. Quando aveva visto per l’ultima volta il suo? Non lo ricordava. Non gli restava che una cosa da fare. 

Ezio fu l’ultimo ad arrivare, come sempre del resto. E così, quando bussò, si ritrovò sulla soglia della porta l’intera famiglia, mamma, fratelli e nipotini, tutti lo fissavano a bocca aperta. In un primo momento non l'avevano neanche riconosciuto visto che indossava una lunga giacca blu, pantaloni neri infilati in stivali neri alti e un cilindro nero sulla testa. In poco tempo non era riuscito a trovare qualcosa che somigliasse ad una spada così aveva rivestito un mestolo di carta argentata. “Dovevano riunire gli Schiaccianoci e così sarà!”, affermò trionfante. Una volta, però, il suo sguardo cadde sui quattro soldatini sotto l’albero. Anche quello con il copricapo con la spada d’argento. “L’avevi già portato l’8 dicembre quando mi hai aiutato ad addobbare l’albero? È così che è nata l’idea di riportarli tutti e quattro a mamma… non ti ricordi?”, gli chiesero in coro i fratelli non riuscendo a trattenere una risata. 

 Nelle fila dei soldatini natalizi il Condottiero della Spedizione Spaziale è il capitano coraggioso che tiene unito tutto il gruppo e incoraggia a portare avanti le più festose delle azioni. Ha una figura longilinea nella sua divisa blu con spalline e polsini dorati e i fianchi un po’ rotondi stretti dalla cintura nera dalla fibbia bronzea. Sul doppiopetto rosso scintillano sei zaffiri blu, pezzi di cielo della notte di Natale che gli indicano sempre la giusta direzione. La giubba scende elegante sui pantaloni rossi della divisa, ben contenuti dagli alti stivali neri chiusi dai lacci dorati che si incrociano. Ne hanno fatta di strada quegli stivali, sempre dove c’era bisogno del Condottiero della Spedizione Spaziale.

Il Condottiero della Spedizione Spaziale sta in piedi fieramente sul piedistallo levando verso l’alto una spada argentata dall’impugnatura d’oro, mentre sulla testa sfoggia un cappello nero con il disegno di un intarsio floreale, il simbolo della sua nobile casata, e al centro una pietra di luna trasparente. La sua espressione un po’ rigida è addolcita dagli occhi azzurri profondi tra le iridi nere, due fari sotto la pennellata scura delle sopracciglia che curvano dolcemente verso il basso. Il soldato ha un viso paffuto e la carnagione rosea, arrossata di entusiasmo solo sulle guance rotonde. I baffi neri non riescono certo a nascondere quel rossore che si stempera contro la nuvola vaporosa dei capelli lisci, ben pettinati fino alle spalle, e della barba che fiocca a ciocche fino alla cintura. Il Condottiero della Spedizione Spaziale si appresta a sussurrarci qualcosa con le labbra rosse dai denti bianchi che si aprono e si chiudono al ritmo della leva sulla schiena. Probabilmente che è tempo di far festa e manchiamo solo noi.